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Esprimersi con l'arte e la tecnologia a Capodarco
domenica 13 novembre 2016
venerdì 17 luglio 2015
MARISA GALLI SI RACCONTA
ORIGINE DI UN LAVORO
L'altro laboratorio storico, diventato poi Cooperativa, era quello di ceramica: chi di noi non ricorda il pulmino zeppo che andava ogni mattina, con sette carrozzine a bordo, messe ad incastro e tirate da una sola persona della comunità?
Infreddoliti d'inverno, dentro il capannone, tra cemento e lamiere, le ventole in alto che, appena si accendevano espandevano aria non calda, e noi insieme tentavamo di superare il disagio intorno a un braciere acceso.
Chi mai può valutare in complesso con quante difficoltà portavamo avanti il nostro impegno?
Si diceva all'inizio che potevano davvero entrare tutti perché dopo sarebbero stati retribuiti per l'impegno che ci mettevano, non tanto per quello che rendevano di fatto.
Solo l'illusione di un sogno poteva far sperare allora in qualcosa di simile, perché non eravamo né ricchi da potercelo permettere come hobby, né veloci: per questo motivo dovevamo renderci conto che la competizione non era adatta a noi, ma la realtà del mercato del lavoro ci fece comprendere la situazione, facendoci pagare lo scotto.
Così dopo anni d'impegno costante sono arrivate le avvisaglie della possibile crisi economica e di settore che non perdonava nessuno: infatti lì siamo stati bloccati, accartocciati e messi da parte come qualcosa di superato e inattuabile al momento, tanto che i passaggi successivi sono stati il ritorno a casa, coperti per alcuni mesi dalla cassa dalla cassa integrazione, come si era soliti fare; successivamente il fallimento o la possibile riconversione come cooperativa di servizi.
All'anima! Davvero il potere dei soldi domina tutto, perché svuota di valore e spegne senza scrupoli un'esperienza del genere, attuata con tanta fatica da soggetti segnati da molte limitazioni fisiche, che, nonostante questo, tentavano la rivincita con il protagonismo diretto, per cui quella realtà risultava unica nei suoi contenuti e nella sua diversità.
Spazzate via come niente, una, due, o più cooperative, nessuno le tutelava o le difendeva, né dentro il contesto comunitario, né fuori, nella società, là dove sul piano generale prevale sempre la legge del più forte.
La ceramica, mi piace perché è molto creativa; la scultura in particolare è diventata un mezzo potente di comunicazione perché sono in grado di animare con i sentimenti un pezzo di argilla. I sentimenti sono ciò che in genere colpisce e commuove l'amatore quando con attenzione furtiva posa gli occhi sulle mie statuine, quasi volesse rubare, direi carpire in anticipo, ciò che vogliono dire, oltre alla propria interpretazione personale, del tutto libera, si capisce.
Davanti alla bancarella di Piazza Navona dove si va a vendere durante le feste natalizie e dove in genere passa mezza Roma, sulle statuine ho sentito i commenti più strani, dall'erotismo al sesso, all'amore. Io stessa a volte scopro con stupore che alcune in particolare vengono più belle di altre, ma per me hanno sempre lo stesso movente, sono plasmate allo stesso modo e restano comunque espressione di sentimenti e basta.
Forse una persona su cento, rispetto a quelle che sfilano, si lascia avvolgere da quel filo emotivo, sottile e sotterraneo, per cui ci si predispone a comprare l'oggetto. Un segno tangibile dei contenuti affettivi, che si manifesta e comunica oltre le parole.
Indubbiamente si tratta di arte, o per meglio dire di una vena artistica scoperta quasi per caso, come oltre le parole, Come succede spesso, perché io fino a quel momento neppure sapevo di avere questo lato artistico e tanto meno di essere in grado di trasmetterlo agli altri.
Dal libro La Lunga Sfida di Marisa Galli
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